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Recensione ∼ La bambina e il nazista (Franco Forte e Scilla Bonfiglioli)

PER NON DIMENTICARE
27.01.2020

Quando varchi l’ingresso di un campo di concentramento non sei più te stesso. Basta un passo e ti avvolgono a milioni le anime spirate fra quelle mura. Sono voci che sussurrano quanto sei fortunato: sei nato dopo, respiri aria pulita e queste atrocità le studi solo su libri di storia. Io di campi ne ho visti due e mi riprometto di visitare Auschwitz un giorno. In quei luoghi ogni parola si svuota davanti a tanto dolore.

Per questo bisogna leggere, parlare, studiare… #pernondimenticare, per provare a riempire il vuoto di quel gelido, devastante silenzio che mai più dovrà esserci.

La bambina e il nazista 

#prodottofornitoda @LibriMondadori

Germania, 1943.
Hans Heigel, ufficiale di complemento delle SS nella piccola cittadina di Osnabrück, non comprende né condivide l’aggressività con cui il suo Paese si è rialzato dalla Prima guerra mondiale; eppure, il timore di ritorsioni sulla propria famiglia e la vita nel piccolo centro, lontana dagli orrori del fronte e dei campi di concentramento, l’hanno convinto a tenere per sé i suoi pensieri, sospingendolo verso una silenziosa convivenza anche con le politiche più aberranti del Reich. Più importante è occuparsi della moglie Ingrid e, soprattutto, dell’amatissima figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può, però, mettere da parte i propri valori per un grigio quieto vivere? Hans lo scopre quando la più terribile delle tragedie che possono capitare a un padre si abbatte su di lui, e contemporaneamente scopre di essere stato destinato al campo di sterminio di Sobibór. Chiudere gli occhi di fronte ai peccati terribili di cui la Germania si sta macchiando diventa d’un tratto impossibile… soprattutto quando tra i prigionieri destinati alle camere a gas incontra Leah, una bambina ebrea che somiglia come una goccia d’acqua a sua figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può spingersi pur di proteggere chi gli sta a cuore? Giorno dopo giorno, Hans si ritrova a escogitare sempre nuovi stratagemmi pur di strappare una prigioniera a un destino già segnato, ingannando i suoi commilitoni, prendendo decisioni terribili, destinate a perseguitarlo per sempre, rischiando la sua stessa vita… Tutto, pur di non perdere un’altra volta ciò che di più caro ha al mondo. Ispirandosi a fatti drammatici quanto reali, Franco Forte e Scilla Bonfiglioli ci trasportano nelle tenebre profondissime di una pagina di Storia che non si può e non si deve dimenticare – soprattutto oggi – mostrando però che persino nella notte più nera possono accendersi luci di speranza, a patto di vincere le nostre ipocrisie e lasciarci guidare dall’unica che ci accomuna tutti: la nostra umanità.

Mentre camminava, Hans non poté fare a meno di pronunciare a bassa voce quella parola: guerra. Aveva uno strano sapore sul palato, come di ferro arrugginito, con una nota nauseante di catrame.

Primavera, 1943. Mentre imperversa la rivolta nel ghetto di Varsavia e i campi sparsi per l’Europa spezzano migliaia di vite ogni giorno, il tenente Hans Heigel serve fedelmente il suo paese come ufficiale al presidio di Osnabrück. Nel profondo, però, Hans non riesce a trovare un senso a questa guerra e al suo inarrestabile desiderio di morte. 

“Non c’è spazio per la debolezza, nella Germania che stiamo costruendo”, ecco ciò che gli dice il Reichsfürer Fromm: non c’è spazio per macchie o deformità, non ci si deve lasciar spezzare dalla vita, né dal dolore.

Ma per Hans la vita è crudele e gli strappa via sua figlia Hanne. Poi il destino, sempre più infame, lo porta poco dopo a un nuovo incarico nel campo di Sobibór… dove (ri)trova Hanne.

La piccola è lì, davanti ai suoi occhi. Ma non è davvero lei. È un’ebrea, ha otto anni e si chiama Leah.

Bastano pochi istanti e le priorità di Hans cambiano drasticamente: provare a salvare la bambina diventa l’unica forza che lo fa vivere ogni giorno, così come la sua più grande debolezza.

La bambina e il nazista mostra con disarmante sincerità la durezza della Seconda Guerra Mondiale, i suoi orrori e gli uomini spregevoli che l’hanno resa tale.

Al contempo è un romanzo di speranza e dolcezza, dedicato alle eccezioni che infondono fiducia nel bello che il mondo potrebbe regalare. Un romanzo intenso e prezioso, che graffia il cuore, lo fa piangere, sanguinare, ma sa anche curarlo.
Da leggere assolutamente.

5 commenti

    • Valentina

      Preso per caso, scelto fra tanti… Non letto ma respirato, bevuto, vissuto cercando ogni istante libero per prenderlo in mano e seguire il ritmo incalzante. Scritto molto bene, coinvolge, emoziona fa riflettere. Sicuramente da non perdere. Uno di quei libri che quando arrivi all ‘ultima pagina ti prende la triste nostalgia di averlo già finito. Grazie

  • Valentina

    Preso per caso, scelto fra tanti… Non letto ma respirato, bevuto, vissuto cercando ogni istante libero per prenderlo in mano e seguire il ritmo incalzante. Scritto molto bene, coinvolge, emoziona fa riflettere. Sicuramente da non perdere. Uno di quei libri che quando arrivi all ‘ultima pagina ti prende la triste nostalgia di averlo già finito. Grazie

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